Seymour Papert introduce il problema della matematica
Seymour Papert introduce il problema della matematica
Vero che dobbiamo postare esercizi con la tartaruga, ma non posso non esprimere qualche riflessione scaturita dalla lettura del capitolo del manuale che dà il titolo al topic. Sarà che da anni insegno alla Primaria prevalentemente matematica, ma i contenuti mi hanno proprio toccato ed ho provato lo stesso sentimento di frustrazione di cui si fa cenno nel prologo.
Scusate se butto lì alcuni pensieri, sparsi come una manciata di coriandoli.
La maggior parte delle problematiche messe in evidenza sono ancora molto attuali, persino dove si parla di dislessia e discalculia, temi oggi molto molto caldi...
Leggendo il capitolo ho ricordato questa citazione: "La matematica è la continuazione del senso comune con altri mezzi" che ho sentito in una trasmissione su radio RAI3, (merita di essere ascoltata! avevo messo il link, ma una comunicazione di Forumotion mi ha invitato a toglierlo), era un'intervista ad un matematico, Roberto Natalini.
Quando Papert parla della "schizofrenica suddivisione" della nostra cultura non ho potuto non pensare a Morin e all'estremo bisogno di unitarietà del sapere e non della sua frammentazione.
Oggi si parla molto di apprendimenti significativi: lo diceva già Papert, quando racconta l'esperienza di Jenny che impara la grammatica, perchè doveva insegnare lei al computer come classificare, ha imparato le regole grammaticali per esperienza, non per un procedimento meccanico.
Papert non parla di intelligenze multiple, era evidentemnte legato a Piaget, ma molto si avvicina a questo tema.
E che dire del bagaglio matematico del cittadini? Che brividi... e che attualità in quello che dichiara; nella mia scuola i prof delle medie ci chiedono di mandare ragazzini, alla fine della primaria, non che sappiano lavorare in gruppo, affrontare situazioni problematiche complesse, ma che sappiano "fare" le divisioni
Per ora mi fermo qui, ma è proprio bello anche come presenta "il computer come un mezzo matematicamente espressivo"
Scusate se butto lì alcuni pensieri, sparsi come una manciata di coriandoli.
La maggior parte delle problematiche messe in evidenza sono ancora molto attuali, persino dove si parla di dislessia e discalculia, temi oggi molto molto caldi...
Leggendo il capitolo ho ricordato questa citazione: "La matematica è la continuazione del senso comune con altri mezzi" che ho sentito in una trasmissione su radio RAI3, (merita di essere ascoltata! avevo messo il link, ma una comunicazione di Forumotion mi ha invitato a toglierlo), era un'intervista ad un matematico, Roberto Natalini.
Quando Papert parla della "schizofrenica suddivisione" della nostra cultura non ho potuto non pensare a Morin e all'estremo bisogno di unitarietà del sapere e non della sua frammentazione.
Oggi si parla molto di apprendimenti significativi: lo diceva già Papert, quando racconta l'esperienza di Jenny che impara la grammatica, perchè doveva insegnare lei al computer come classificare, ha imparato le regole grammaticali per esperienza, non per un procedimento meccanico.
Papert non parla di intelligenze multiple, era evidentemnte legato a Piaget, ma molto si avvicina a questo tema.
E che dire del bagaglio matematico del cittadini? Che brividi... e che attualità in quello che dichiara; nella mia scuola i prof delle medie ci chiedono di mandare ragazzini, alla fine della primaria, non che sappiano lavorare in gruppo, affrontare situazioni problematiche complesse, ma che sappiano "fare" le divisioni
Per ora mi fermo qui, ma è proprio bello anche come presenta "il computer come un mezzo matematicamente espressivo"
Antonella- Posts : 25
Join date : 2017-01-01
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