Discussioni con Andreas Formiconi
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Riflessioni

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Post by NIROANAL Thu Feb 16, 2017 12:22 am


“Credette Cimabue nella pittura
tener lo campo, ed ora ha Giotto il grido,
si che la fama di colui è scura”
(Dante Alighieri, Purgatorio XI.94-69)

Buonasera Professore.
Qualche giorno fa sono stata colpita da un twitt dove Lei si chiedeva perché negli ambienti di lavoro italiani, tirocinanti e apprendisti sono visti come un fastidio.
Difesa atavica del “territorio”? Insicurezza? Gelosia?
Credo che anche Cimabue un po’ ci sia rimasto male dinanzi alla leggendaria capacità di Giotto di disegnare una perfetta circonferenza senza compasso e…senza la tartaruga di LibreLogo, le pecore con il carbone su un sasso o la mosca così realistica su una tavola che tornandovi a lavorare avrebbe cercato di scacciarla.
Lo stesso Giotto, si legge anche, aveva aperto una bottega dove era circondato da alunni e lui si occupava di progettare le opere e di impostare le composizioni più importanti mentre agli alunni lasciava quelle secondarie.
La verità è che in Italia siamo ancora troppo gelosi del nostro modo di lavorare, quando, invece, l’ apertura mentale, il confronto con i colleghi, il sapersi mettere in gioco fanno sempre di più la differenza perché offrono la possibilità di scambiarsi conoscenze e competenze: tutti abbiamo sempre qualcosa di nuovo da imparare.
A causa dell’ egoismo e dell’individualismo dilaganti si sta perdendo il valore della tradizione perché essa spesso, erroneamente, è interpretata come il semplice attaccamento al passato e la chiusura mentale verso ogni tipo di cambiamento. In realtà non è così. Se si riflettesse sul profondo significato del termine “tradizione” si scoprirebbe che deriva dal latino trádere che significare “affidare”, “consegnare”.
La tradizione, infatti, è l’atto con cui si consegna, si affida ai successori il patrimonio prezioso delle conoscenze, delle usanze, perché essi lo arricchiscano e, così arricchito, a loro volta lo affidino a coloro che verranno dopo.
Come è importante, quindi, che ci sia qualcuno che ci faccia destinatari del prezioso dono della propria esperienza.
Quando iniziai, giovanissima codesto meraviglioso viaggio come maestra nella scuola elementare, mi ritrovai catapultata dal mondo degli studi teorici direttamente all’ esperienza sul campo, fatta eccezione per le sporadiche esperienze di tirocinio svolte durante gli anni di studio all’Istituto Magistrale.
Mi fu affiancata, durante il primo anno di insegnamento una tutor, giovane anche lei, ma la figura che più mi fu vicina e mi guidò quotidianamente con la sua esperienza di vita e professionale fu l’unico maestro del plesso scolastico in cui insegnavo, prossimo alla quiescenza.
Sono trascorsi tantissimi anni e da tempo non è più tra noi, ma non potrò mai dimenticare il suo volto e le sue parole nell’ elargire i suoi preziosi consigli: “ Maria Rosaria, potresti essere mia figlia. Le mie figlie sono più grandi di te”. Il professore Pierino aveva maturato il concetto della cura di coloro che in fondo sono i propri figli.
In seguito negli anni mi è capitato di affiancare come tutor due colleghe durante l’anno di formazione: la prima, mia coetanea, la seconda, paradossalmente, molto più grande di me. Si è trattato, comunque in entrambi i casi, di un rapporto alla pari in cui la familiarità preesistente ha favorito, sicuramente, il confronto e lo scambio reciproci di competenze e conoscenze.
Poi circa una decina di anni fa accolsi nella mia classe un gruppo di studentesse provenienti dalla Facoltà di Scienze della Formazione Primaria della vicina Università, ma il numero limitato di ore dedicate al tirocinio, mi sembrò, allora, più un mero adempimento burocratico che un’occasione di confronto e di scambio.
Quest’anno, invece, mi è stata affidata una studentessa proveniente dalla Facoltà di Scienze della Formazione al primo anno di tirocinio. Il primo giorno, quando i miei alunni sono entrati in classe e ci hanno viste insieme, hanno domandato: “Maestra, è tua figlia?”. Io ho risposto:”No, ma potrebbe esserlo”. Penso proprio che sarà un’esperienza positiva e arricchente per entrambe. Ho tutta l’intenzione di coinvolgerla e condividere insieme a lei questo percorso professionale e di vita affinchè inizi a maturare la consapevolezza che la professione docente è una missione da svolgere con il massimo della professionalità.
Maria Rosaria


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Post by Andreas Thu Feb 16, 2017 12:37 pm

Mi ha rallegrato molto questo messaggio, Maria Rosaria,
grazie
andreas

Andreas
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